Comincia a definirsi il programma della seconda edizione di Bolzano Slush’D, la versione italiana del celebre evento nato a Helsinki e diventato uno dei principali punti di riferimento per l’ecosistema startup. A fare da cornice, ancora una volta, la Fiera Bolzano, dal 3 al 5 settembre.
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Bolzano Slush’D, innovazione e territori
La prima edizione nel 2024 ha ottenuto risultati significativi: oltre 850 partecipanti, più di 60 speaker da tutto il mondo, investimenti avviati grazie agli incontri nati tra i corridoi dell’evento. Il successo ha spinto gli organizzatori a rilanciare, puntando ancora più in alto per il 2025, con una dichiarata vocazione “founder-first” e l’obiettivo di rafforzare il legame tra Italia e area DACH (Germania, Austria, Svizzera), zona cardine per l’innovazione industriale europea.
Se Bolzano ha scelto di ospitare un evento come Slush’D, è anche perché ha saputo costruire un contesto favorevole: il NOI Techpark si sta affermando come punto nevralgico per l’innovazione nel Nord Italia, e l’interazione con il tessuto imprenditoriale locale – fatto di PMI, industrie manifatturiere e centri di ricerca – rappresenta un’opportunità rara per startup in cerca di validazione e sbocchi di mercato.
I partner dell’evento
Dietro l’evento, una rete sempre più solida di partner pubblici e privati. Dalla Fiera Bolzano a EIT Digital, dal supporto di università locali (Bolzano e Trento) a quello di istituzioni come la Fondazione Bruno Kessler e ICE. “Sostenere questo ecosistema significa credere nel futuro economico e sociale”, ha dichiarato Thomas Mur, Direttore di Fiera Bolzano. E in un’epoca in cui gli eventi tech tendono spesso ad assomigliarsi, Slush’D prova a mantenere la promessa di autenticità.
La decentralizzazione dell’innovazione
Il ritorno di Bolzano Slush’D si inserisce in un trend più ampio: quello della decentralizzazione dell’innovazione. Le grandi metropoli non sono più l’unico epicentro. Ecosistemi locali, capaci di combinare tecnologia, sostenibilità e prossimità con la manifattura e le esigenze dei territori, stanno acquisendo sempre più rilevanza.
Con Bolzano Slush’D, l’Alto Adige si propone come laboratorio ideale per la nuova imprenditorialità europea: agile, concreta e con lo sguardo rivolto alle vette, ma i piedi ben piantati nel territorio.
Quattro temi chiave per leggere il futuro
Energy, FoodTech, Digital, DeepTech: attorno a questi quattro filoni si costruirà il racconto di Bolzano Slush’D 2025. Il pre-evento del 3 settembre al NOI Techpark offrirà spazio al networking informale tra startup e investitori. Il giorno successivo, la Fiera ospiterà 70 startup selezionate e una serie di conferenze e panel con alcuni tra i nomi più rilevanti del panorama tech europeo. Non mancheranno le masterclass e una novità: la nascita del club “Give-back Founders”, pensato per supportare progetti ad alto potenziale.
Speaker da tenere d’occhio
Tra gli speaker già confermati spiccano i nomi di Petter Made (EWOR, SumUp), Dan Bowyer (SuperSeed VC), Max Pog (Venture Studio Family), Kinda Dalla (Vinted), Claudio Erba (Docebo), Ferruccio Resta (FBK), Elisabeth Rizzotti (Newcleo) e Frédéric du Bois-Reymond (Earlybird VC). Nomi che raccontano una pluralità di approcci, settori e traiettorie, accomunati da un obiettivo condiviso: promuovere una cultura dell’innovazione capace di avere impatto concreto sull’economia e sulla società.
Bolzano Slush’D 2025, arrivano i podcast
Tra le novità del 2025 c’è anche una sezione dedicata al podcasting. Un modo per allungare la vita dei contenuti oltre l’evento stesso, raccontando storie di imprenditoria e innovazione attraverso le voci di founder, investitori e protagonisti dell’ecosistema. Un’occasione in più per valorizzare ciò che spesso resta fuori dai riflettori: i percorsi, le scelte e i fallimenti dietro le startup.